Prima festa del vino VINCHIATURO

15.11.2008 00:00
 

    

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Festa del vino, un tuffo nel passato per far rivivere il centro storico di Vinchiaturo                                     

                                                                                                                    Lucio Renzi
VINCHIATURO Spaccati di vita di oltre un secolo sono stati rivissuti sabato nell'antico borgo di Vinchiaturo in occasione della prima edizione della festa del vino. Promossa dall'associazione San Bernardino da Siena in collaborazione con i giovani che hanno allestito le cantine.

E sono stati proprio i giovani i più interessati al racconto dei trascorsi di alcuni dei tanti personaggi ricordati nelle locandine delle cantine. Con l'opportunità di essere testimoni di quelle tradizioni fatte rivivere dai discendenti. I visitatori, nonostante il tempo inclemente, hanno ripercorso le stradine del borgo rallegrati dai canti e dai balli dei ragazzi del gruppo folk il Nuovo Borgo.
Con la gradita sorpresa di incrociare spesso la pattuglia dei carabinieri della locale stazione che percorrevano a piedi quei vicoli come i loro colleghi fino a metà dello scorso secolo. Prima tappa la cantina di Ze Luìgge, grande lavoratore e bevitore e,come evidenziato nella locandina in tono scherzoso dai discendenti «da giovane decise di contribuire attivamente ad incrementare la natalità a Vinchiaturo» padre di tredici figli. Duro il lavoro nei boschi pertanto la sera era d'obbligo la damigiana. Ma, come evidenziato con orgoglio dai nipoti Ugo e Pierluigi, la famiglia era tutto per lui. Seconda tappa da Ze Giàcumine la Pòscta, altro personaggio eclettico ed autore di uno scritto, la Tupanara, allegro e dai doppi significati.
Così la figura di questa persona che per decenni ha tenuto in allegria i residenti nel borgo negli aneddoti del nipote Mario Pistilli e degli altri familiari. Un breve percorso e si arriva da Tummasine, Tommaso Cerasuolo, che coltiva ancora la vigna che si può ammirare dal terrazzo della sua casa e fedele custode degli usi e costumi dello scorso secolo.
Orgoglioso della sua vita trascorsa in mezzo ai boschi sta tramandando ai suoi figli, tra l'altro,l'antica arte della vinificazione. Si percorre poi Via Iacobucci per visitare la cantina di Mascte Mèchele 'u Urdafile, uno degli ultimi scalpellini, mestiere secolare a Vinchiaturo. Dopo anni di emigrazione ritornò nel suo paese ed i lavori di scalpellino si possono ammirare nella cantina dove il figlio Luigi continua ad onorarne la memoria. Ultima tappa nella cantina da Cascetelle che per la sua posizione è a guardia del borgo. Per ricordare Francesco Gianfelice cantoniere che ereditò il soprannome dal papà Giuseppe. L'orgoglio del figlio Michele che, con la sua famiglia, ha voluto onorare così la memoria del suo papà.

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